Pagina:Serao - La mano tagliata, Firenze, Salani, 1912.djvu/294

288 la mano tagliata.

riesce. Così, egli avrà maggior interesse, perchè riesca.

— È vero, — disse John, annuendo col capo. — Quell’Henner, che diavolo! È il diavolo in persona.

— Non così brutto come pare! — disse Dick Leslie, con un lieve sorriso.

— E Lewis? Lewis? — chiese Roberto che vedeva ancora molti punti oscuri, in quella intrapresa.

— Io gli parlerò, — disse John — e domani sera vi farò sapere le sue intenzioni. Ritengo che vi aiuterà. Egli adora la signora Maria.

— Lo porteremo via, con noi, — disse Roberto.

— Vedrete voi. Io vado in America.

— Or dunque, concretiamo questo piano, — disse Dick Leslie. — Si fa tardi e qui vorranno chiudere.

— Sarà meglio andarsene fuori, — disse Roberto, che voleva conchiudere rapidamente.

Difatti, uscirono. La via lungo il fiume era diventata anche più tetra, perchè dei lampioni erano stati smorzati. I tre interlocutori camminarono in silenzio, per qualche tempo, guardandosi attorno con sospetto. Ma non fecero nessun cattivo incontro. Evidentemente, il fiume aveva avuta la sua preda, quella notte, in quel quartiere. Quando furono in una via più vicina al centro, più rischiarata, i tre si fermarono a un cantone. Nessuno passava. Pure, parlavano a voce bassissima.

— Dunque? — disse John.

— Parlate voi, — disse Dick Leslie a Roberto Alimena. — Poi, dirò io.

— Voi porterete questa lettera alla signora Maria, — disse Roberto, con voce tremante.

— Sì.

— Le direte che è un amico, un sincero amico, che gliela manda.