Pagina:Serao - La mano tagliata, Firenze, Salani, 1912.djvu/268

262 la mano tagliata.


— Egli vorrebbe, forse, liberarla.... — soggiunse Leslie, guardando in viso Alimena.

— Vedete, vedete!

— Ma ha una paura orribile di Marcus Henner! Ci può sfuggire, comprendete!

— Io verrò, questa sera, — soggiunse ostinatamente Roberto Alimena.

— Come vuole Vostra Grazia; ma io non garentisco le conseguenze.

— Che importa! Marcus Henner mi sfugga: io voglio Maria!

— Eh, Vostra Signoria doveva dirmelo, — disse sorridendo Dick Leslie.

— Dunque, mi venite a prendere?

— Sì, verrò.

— A che ora?

— Alle nove e mezzo di sera.

— Come debbo vestirmi?

— Come me. Toglietevi anelli e catene, nessun gioiello: è un’osteria di mala fama. Non portate denaro addosso.

— E se John ne vuole?

— Non ne ha chiesto. Ritengo che vi servirà gratuitamente, per il piacere di salvare la sua signora. Ma sempre se si giunge a dominare la paura che ha di Marcus Henner.

— Ci arriveremo.

— Eh! È un po’ difficile. Con l’ipnotismo non si scherza, mio signore. John è sotto il dominio di una potente suggestione.

— Io credo nella volontà umana.

— A questa sera, Vostra Grazia, giacchè la mezzanotte è già passata.

— Buona notte. —

Roberto Alimena era in uno stato di convulsione nervosa, ma di nervosità gioconda. Gli pareva di aver fatto un passo grandissimo scoprendo il nome e l’indirizzo di Marcus Henner; gli pareva di