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244 la mano tagliata.

mi misurerò con lui, direttamente; e Iddio giudicherà fra noi.

«Credete che io sia esaltato, in questo momento? No, sono freddissimo, tanto freddo, che ho già un piano. Bisogna che io riveda Ranieri Lambertini e che mi faccia dire da lui tutto quello che può riguardare Rachele Cabib, la donna che egli amava e che lo amava; bisogna che io ritrovi questa donna, la quale sparve misteriosamente, nella mattina dell’assassinio; bisogna che io ritrovi Mosè Cabib; bisogna che io ritrovi l’altra, la donna dalla mano tagliata; bisogna che io ritrovi il gobbo.

«Vi rammentate? Nel giorno, in cui vi feci vedere la bellissima mano tagliata, voi vi stupiste del modo mirabile come era conservata quella mano, e mi diceste che avevate sentito parlare di un medico, che avesse scoperto il segreto di conservare perfettamente i corpi, come se fossero vivi. Anche, mi diceste che avreste fatto l’analisi del liquido che traeste dalla vena punta di quella mano, e che me ne avreste comunicato il risultato.

«Avete fatto quest’analisi? Che cosa è quel liquido? Vi siete potuto ricordare quel nome, o qualcuno ve l’ha potuto suggerire? Scrivetemene; se non lo avete fatto, fatelo. Scrivetemi questo risultato, io ci tengo moltissimo. Ho un presentimento strano, che da voi mi verrà il più vivo raggio di luce, perchè io trovi il mio cammino, nelle tenebre. Ritengo fermamente che mi verrà da voi il più largo sussidio morale a questo tentativo che ha la sua nobiltà.

«Io rimarrò ancora quattro o cinque giorni in Milano, dopo di che lascerò l’Italia per Parigi, dove mi stabilirò, aspettando che il mio processo venga alla luce, ritornando solo, quando dovrò rispondere innanzi alla giustizia di una colpa che non ho commessa. Da Parigi, io credo, potrò agire più liberamente, tanto più che potrò colà tro-