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la mano tagliata. 229

letto. Per un momento Ranieri Lambertini aveva tenuti aperti gli occhi, girandoli intorno, vagamente, come se non riconoscesse nessuno; poi, li aveva richiusi ed era ricaduto in un torpore, ove si udiva il suo rantolo di ferito al polmone. La contessa Clara Loredana aveva sempre il suo volto spettrale e chiuso, così dissimile da quell’altro volto; due o tre volte, che le diressi la parola, essa levò i suoi occhi su me, con una espressione di glaciale sorpresa.

«— Avete avvertito la famiglia? — domandai io, una volta.

«— Sì, — aveva ella risposto, senz’altro.

«Poi, più tardi:

«— Credete che sia per iscambio, questo assassinio? Il conte Ranieri Lambertini, era un gentiluomo, un bravo giovane, non aveva nemici.

«— Non credo, — ella rispose, con fredda fermezza.

«— E che credete? — le chiesi, insistendo, tremando, non so bene perchè.

«Ella mi sogguardò e un lieve sorriso ironico parve le sorvolasse sulle labbra. Qualche minuto passò; il medico aveva dichiarato che al ferito era necessaria una monaca. Ma a quell’ora dove trovare quell’infermiera? Nessun convento apre le sue porte. Sottovoce, la contessa Clara Loredana offrì di restare lei, per quella prima notte, insieme alla sua cameriera.

«— Resterò anche io, se permettete, — io dissi, subito.

«Ma questa mia proposta ebbe la più strana accoglienza. Il medico non mi rispose, la contessa Clara Loredana spalancò gli occhi più che mai stralunati e disse no, col capo; il delegato, più accigliato che mai, mi mormorò all’orecchio:

«— Se permettete, dovrei dirvi due parole. —

«Perchè mi parve che in quella frase vi fosse