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la mano tagliata. 225

una cocotte, un’avventuriera è un’avventuriera; e queste tre professioni non si debbono mescolare, mai; e ognuno deve farla limpidamente, la propria professione. Che era, questa contessa Clara Loredana, che mi elargiva tante preferenze?

«Del resto, essa aveva finito per non rispondere più alle parole di Ranieri Lambertini e non si occupava che di me. Costui, che aveva compreso, mi diresse un amichevole e significativo sorriso e si alzò per andarsene. Perchè non lo seguii? Perchè non resistetti alle parole di Clara Loredana? Perchè fui così debole e così sciocco? Ella mi disse:

«— Restate un momento; debbo dirvi qualche cosa. —

«Che fare? Restai. Era un invito così sfacciato, così provocante, che mi parve esagerato, in una signora. Lambertini si accomiatò con un inchino e sparve. Quando ella lo vide andar via, un sospiro di sollievo le uscì dalle labbra, e io udii, piano:

«— Meno male. —

«Ebbene, ella non voleva nulla, neppure che io l’amassi, come avevo supposto, neppure che io passassi la notte con lei, come pareva fosse stato l’invito. Niente! Le mie galanterie verbali furono accolte coi soliti sorrisi deliziosi, nè più nè meno; appena le ebbi baciata la mano, verso il gomito, ella ebbe uno sguardo austero. Tutto ciò potè durare un dieci minuti, o dodici. Le chiesi ancora una volta, se mi dovesse realmente dire qualche cosa; ella mi rispose sinceramente:

«— No. —

«Me ne andai, molto seccato. Vi ho detto, diletto amico, che la contessa Clara Loredana mi piaceva così e così. Ma, infine, ella mi aveva corbellato, innanzi all’amico Ranieri Lambertini. Costui, certo, mi aveva creduto il felice amante della contessa in quella notte e, viceversa, quella donna