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210 la mano tagliata.


La monaca ebbe un pallido sorriso.

— Qui si è morta, figlia mia, al mondo, morta materialmente e moralmente.

— Egli non mi troverà?

— Come trovarvi?

— E se sospettasse?

— Non entrerà.

— Credete, credete?

— Non entrerà.

— Se andasse dal vicario del Papa?

— Non vi andrà; e vi andasse, non entrerebbe qui.

— Oh madre mia! — disse suora Grazia, in un impulso di tenerezza, inginocchiandosi innanzi a lei e baciandole la mano.

In questo momento, fu bussato alla porta della celletta. La badessa, invece di dire avanti, andò lei ad aprire la porta. Era la conversa che stava al portone.

La conversa parlò sottovoce con la madre superiora, per un momento; costei restò perplessa, senza rispondere. Poi, rimandò via la portinaia, con un ordine sommesso, e ritornò nella celletta. Suora Grazia, la povera, la infelicissima Rachele Cabib, si era inginocchiata e con la faccia tra le mani, pregava.

— Mia figlia? — chiamò la badessa.

— Madre?

— Il vostro animo è più calmo?

— Sì, abbastanza.

— Lo sfogo che avete fatto, è stato benefico, dunque?

— Sì, mia madre.

— Vi sentite più forte?

— Che volete dire, madre? — ella domandò, con voce subitamente angosciata.

— Non vi allarmate: ho da darvi una notizia.

— Quale notizia? Quale?