Pagina:Serao - La mano tagliata, Firenze, Salani, 1912.djvu/161


la mano tagliata. 155

se le braccia e le gambe, un poco: levò la testa, aprendo gli occhi, voltandoli in giro, ma come senza sguardo.

— Come vi sentite? — chiese il medico, in inglese.

— Bene, — disse il suicida, senza voltarsi a lui, a voce bassa e senza espressione.

Adesso, il medico non gli teneva più applicate le dita sulle tempie, ma gli aveva preso una mano e gliela carezzava, lentamente, fra le sue. La folla, stupefatta, malgrado che fosse inglese, si stringeva sempre più intorno all’operaio e al medico.

— Perchè avete fatto questo? — gli domandò il dottore, non lasciando di carezzargli la mano.

— Perchè ero povero, — disse il rinvenuto sempre a voce bassa e come se parlasse in sogno.

— Non potete lavorare?

— Non ho trovato più lavoro, da due mesi.

— Che fate?

— Il tipografo.

— Siete inglese?

— No, austriaco, galliziano.

— Cattolico?

— No.

— Protestante?

— No.

— Luterano?

— No. —

Un silenzio si fece. La folla, già un po’ diradata, guardava con diffidenza l’operaio che aveva tentato di morire. Il dottore si curvò all’orecchio del suicida e parve che gli facesse una interrogazione. Costui trasalì, spalancò anche più gli occhi e come se facesse uno sforzo per rispondere, disse:

— Sì. —

Il dottore represse un moto delle labbra. Poi, gli disse: