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no. Del resto, ella, che era una persona fine, riconoscente ai due giovani che erano venuti a farle compagnia, abbassò sul volto una veletta di merletto molto fitta; ella non voleva comprometterli con le belle signore dell’alta società.

— Temo per gli occhi, — spiegò lei, sempre con molta finezza.

S’incontrarono con la vettura della contessa Loredana. Costei si era buttata a sedere, stanca oramai, e si lasciava piovere addosso tutti i fiori che le gittavano. Del resto, quasi annottava e la folla si era un po’ diradata. Ma la bella veneziana riconobbe i due giovani e si levò in piedi, gridando:

— Traditori! Traditori!

— Radamès, Radamès! — rispose Ranieri, scoppiando a ridere.

— Me la pagherete! — ella gridò, ancora. — Conte Alimena, vi attendo domani sera. — E la vettura passò.

— Chi è questa sfacciata? — domandò Héliane che era seccatissima.

— Una dama, — rispose Roberto.

— Ma chi!

— Una dama, mia cara.

— Maleducata allora!

— Forse non è correttissima.

— Di quale dei due è innamorata? — disse Héliane Love, guardando i due amici.

— Di ambedue, — disse, ridendo Roberto.

— Ambedue, ambedue! — soggiunse, ridendo, Ranieri.

— Presuntuosi!

— Anche voi ci amate, Héliane? — chiese Roberto, sempre scherzando.

— Io? neppur per sogno! — e si morse le labbra, indispettita.

— Via, via, siate buona, confessate la vostra passione, — soggiunse Ranieri.