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104 la mano tagliata.


— Sicchè, vi perderemo presto? — domandò Roberto, mentre di nuovo si mettevano in cammino.

— Prestissimo.

— Andrete lontano?

— Molto lontano: è necessario, — soggiunse Ranieri Lambertini, seriamente.

Non tanto lontano, — parve che dicesse una voce stridula, tra la folla, accanto a loro. Ambedue si voltarono vivamente. Roberto, specialmente, a cui parve aver udito, un’altra volta, quella voce. Ma non potettero sorprendere che visi voltati in aria o teste chinate di gente che lanciava fiori o che ne riceveva: nessuna faccia sospetta era intorno a loro. Roberto cominciava a turbarsi seriamente.

— Ci spiavano, — disse, con freddezza, Ranieri.

— Ma non potete immaginare chi sia?

— L’ho immaginato, talvolta.

— Come?

— Un’allucinazione.... una visione fantastica, — disse, pensoso, Ranieri.

— Chi, dunque?

— Il mio rivale, il mio persecutore, è gobbo, magro, con gli occhi verdi, — asserì Ranieri.

— Che dite? — gridò Roberto.

— Sì, gobbo, piccolo, con gli occhi verdi: certi occhi verdi come la pelle dei rospi, — ripetette Ranieri Lambertini senza accorgersi dell’agitazione di Roberto Alimena.

— Lo avete visto, dunque?

— Visto? No. Intravisto: apparso per un minuto secondo dinanzi a me, poi scomparso.

— Quante volte?

— Tre volte. Una sera, l’ho incontrato nella via dove abita Rachele; quest’uomo mi è passato frettolosamente vicino e m’ha guardato, con quei suoi occhi cristallini....