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nella lava 179


mere il suo rammarico; la sala crepava dal ridere; i giri di waltzer si moltiplicavano, Ciccillo de Marco suonava come un dannato, tutto felice di aver ballato la quadriglia, con la più bella ragazza della festa.

Dopo due o tre altre figure, Enrichetta portò a Gennaro Mascarpone un cuscino del suo lettino, sottile, con una foderetta di una dubbia bianchezza: e la interessante figura dell’inginocchiamento cominciò, fra il divertimento di tutti. Una dama che doveva ballare, portava innanzi a un cavaliere seduto, un cuscino, glielo metteva vicino ai piedi, sogguardandolo, e l’astuzia del cavaliere era d’inginocchiarsi d’un colpo solo per cadere sul cuscino, l’astuzia della dama era di tirare subito il cuscino, per far battere in terra le ginocchia del cavaliere. Era un’ansietà di tutti il vedere la doppia malizia, femminile e maschile, studiarsi, indovinarsi, giuocarsi: e il battere delle ginocchia a terra, con la smorfia di collera del cavaliere, il tonfo sordo di colui che trionfalmente cascava sul cuscino, la faccia indispettita della dama, erano uno spasso straordinario. Gennarino Mascarpone era dichiarato il Dio dei maestri di sala. Caterina Borrelli, maligna come una scimmia grassa, a cui rassomigliava un poco, fece cadere tutti i cavalieri e non ballò con nessuno; Federico Pietraroia arrivò a ballare con Elvira Brown; Eugenia Malagrida si rifiutò di portare in giro il cuscino, le dispiaceva di far cadere i cavalieri; Enrichetta era nervosa, perchè uno dei piattelli delle steariche era scoppiato, la candela finiva; Matilde Tuttavilla parlottava con la signora Malagrida ora, spianando le