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176 nella lava


secchio posato per terra: Riccarda disgustata e impietosita non avrebbe voluto più bere, ma temette offendere Enrichetta. Poi, Emma Froggio, una biondona prepotente, aveva fatto saltare, ballando troppo, due bottoni del suo vestito: Enrichetta dovette condurla nello stanzone scuro, dietro la tenda, con una stearica tolta dal pianoforte e fra i due letti disfatti, le catinelle piene di acqua sporca, gli stracci buttati all’aria e le ciabatte consumate, trovare un ago, un ditale, del filo, per cucire i bottoni di Emma Froggio. Quando ritornarono nello stanzone, una quadriglia monstre si combinava; ben sedici coppie, come non se ne erano mai viste in casa Caputo. Gennaro Mascarpone si dimenava come un ossesso, brutalizzava i suoi amici, si abbandonava a una violenza feroce di temperamento. Ma, per fare queste sedici coppie, tre ne mancavano, la signora Galanti per far ballare queste creature, si era già levata su:

— Balli con me la quadriglia? — sussurrò Arturo Ajello a Enrichetta, mentre costei gli passava d’accanto.

— No, sono impegnata — rispose costei, senza neppure voltarsi.

E andò a scegliere il suo cavaliere. Mancava sempre una coppia: Gennaro Mascarpone, con la sfacciataggine del direttore di sala a cui nulla deve resistere, andò a invitare la signora Elvira Brown, quantunque sapesse che era il più cattivo complimento da farle; tutti conoscevano la gelosia del vecchione. E mentre lei, timida, resisteva debolmente, tre o quattro coppie la circondavano e la pregavano; senza lei non si sa-