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o giovannino o la morte 357

dici. Finì per andarvi ogni giorno, ma di nascosto da quella povera innocente di Chiarina: e diventava, lui, Giovannino dallo sguardo ammaliatore, dalla voce così soave, diventava lui così aspro al guadagno, così sottile e rapace accumulatore di soldi, di mezze lire, di lire, che donna Gabriella era in uno stato di beatitudine. Ora, per andare all’agenzia, la grassa impegnatrice si acconciava coi migliori vestiti, coi cappelli più pomposi: stretta nel busto in modo da soffocare, portando sempre addosso quattro o cinquemila lire di gioie, e aveva comprato del Rossetter, per tingersi. Chiarina la vedeva uscire, ogni mattina, e la seguiva con lo sguardo, presa da un involontario tremito di paura: talvolta nervosa, agitata, senza sapere il perchè, l’aspettava alla finestra, alle due del pomeriggio, fremendo d’impazienza. Infatti, un giorno, dal balcone del salotto che aveva sulla piazza, la vide tornare accompagnata da Giovannino. Ella si ritrasse indietro, colpita, ma inconscia ancora.

La matrigna salì, sola: — Ho incontrato Giovannino — disse subito, — e mi son fatta accompagnare un poco.

— Ah! — fece l’altra.

Ma la sera, il segreto del lavoro di Giovannino all’agenzia fu scoperto: poichè, ridendo, la grossa e grassa impegnatrice disse al fidanzato della sua figliastra: