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332 | o giovannino o la morte |
amorosa che vedeva e affettuosamente perdonava, vinse anche lo sdegno nel duro cuore che non sapea nè pregare, nè perdonare.
II.
Seduta in camera sua, presso il balconcino, Chiarina tentava invano ingannare l’impazienza dell’attesa. L’anima sua era in preda a un turbamento profondo. Aveva cercato macchinalmente di pregare, dicendo un rosario per raccomandare la sua vita alla Madonna, poichè era quella l’ora della decisione, ma i grani della coroncina restavano immobili nelle sue mani e le labbra si chiudevano alle sacre parole della preghiera: il rosario restava in grembo, abbandonato. Aveva tentato, per distrarsi, di lavorare un poco, all’uncinetto, certe sue trine per i mobili di broccato giallo-oro del salone, ma neppure aveva potuto proseguire il meccanico lavorìo. Il tempo le pareva interminabilmente lungo, in quel pomeriggio estivo: non erano dunque due ore che Giovanni Affaitati si trovava in casa, nel salone insieme a donna Gabriella, per cercare di vincere la crudeltà osti-