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chiamati colà paradisi, nei quali trovar si potesse tutto ciò, che benignamente a noi conceder suole la terra, o per utilità, o per diletto: e in questi giardini quasi sempre trattenevasi, quando la stagione dell’anno non gliel vietava. — Agevolmente mi persuado, disse Critobulo, che trattenendovisi il re cotanto tempo, di necessità tali giardini adorni esser dovessero, e di arbori, e di ogni altra cosa più bella, che veggiamo generarsi dalla terra. — Dippiù alcuni, o Critobulo, narrano, disse Socrate, che quando cotesto re distribuiva i donativi, primieramente chiamava a se quelli, che si erano dimostrati valorosi nella guerra, dicendo, che a nulla gioverebbe di coltivare le campagne, se non vi fosse chi le difendesse. Di poi quelli chiamava a se, i quali avevano avuto buona cura, che ottimamente si coltivassero le provincie, a cui erano stati preposti: dicendo che i valorosi nemmeno aver potrebbero di che vivere, se non vi fossero i coltivatori della terra. Narrasi pure, che dicesse alcuna volta a coloro, che chiamato aveva a ricevere cotesti donativi, che a buon dritto egli avrebbe potuto prenderesi i doni destinati agli uni, e agli altri poichè esso, e benissimo sapeva render coltivate le terre, e difenderle. — Ciro adunque, disse Critobulo, se in questa guisa parlava, o Socrate, gloriavasi di essere diligente agricoltore, non meno che valente guerriero. — E veramente io av