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l’opera di j. h. van ’t hoff 59

ponderante esercitata sul suo spirito dalle dottrine di Kekulé, influenza accresciutasi durante il suo soggiorno a Bonn. Kekulé colla sua dottrina della valenza e in particolare della tetravalenza del carbonio, collo sviluppo dato alla strutturistica che raggiunse il suo apogeo colla enunciazione della teoria della costituzione dei composti aromatici, aveva creato nella città universitaria renana il maggior centro di irradiazione delle idee nuove in chimica organica e numerosi e brillanti allievi si erano raccolti intorno a lui.

Pochi anni prima ne era partito per l’Italia un giovane chimico tedesco, Guglielmo Koerner, che in quello stesso anno doveva pubblicare le sue classiche ricerche sulla determinazione del luogo chimico nelle sostanze aromatiche, altra geniale estensione della teoria kekulejana. È interessante la coincidenza. Il modello tetraedrico di van ’t Hoff era identico a quello usato già dal Kekulé nelle sue dimostrazioni. In un caso come nell’altro Kekulé aveva dato il modello, ma gli era mancata la fiducia di poterlo legittimamente usare in tutte le deduzioni e rappresentazioni che da esso si potevano ottenere.

Naturalmente la innovazione vanthoffiana era ben più radicalmente rivoluzionaria, perchè per la prima volta le formole di struttura non indicano più solo l’ordine in cui gli atomi sono collegati fra loro per le valenze, ma vengono necessariamente a indicarci il modo con cui sono distribuiti nello spazio. Già Pasteur, dopo aver studiato a fondo la natura di questi singolari isomeri, identici in tutte le proprietà fìsiche e chimiche, salvochè nel potere rotatorio uguale in valore numerico, ma di segno contrario e nelle forme dei cristalli di cui l’uno è l’immagine speculare dell’altro, aveva con sicuro intuito additato quale causa di questa asimmetria, che non scompare come nel quarzo collo sparire della forma cristallina, ma permane allo stato liquido e disciolto, in una asimmetria molecolare e aveva preveduto che gli atomi dovevano esser disposti nelle loro molecole in modo da dar due figure che stessero fra loro come i cristalli corrispondenti, e per esempio come un elica destrorsa e una sinistrorsa.

Ma Pasteur mancando del modello adatto non poteva giunger alla soluzione completa del problema. Questo doveva riuscire a van ’t Hoff; egli applicò il modello kekulejano alla ricerca della causa della asimmetria molecolare preveduta da