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306 sulla nuova storia delle matematiche


Ma, come tutti gli studi storici, così pure quelli concernenti l’origine e il progresso delle matematiche avevano fatto grandi progressi dopo la prima pubblicazione di quella storia: tanto, che il Montucla stesso, già di età grave, volle sul finire del secolo scorso tentarne una seconda edizione. Suo disegno era di condurla fino al 1800, laddove nella prima edizione il racconto di poco oltrepassava il 1700 e terminava colla invenzione del calcolo sublime. L’impresa non riuscì a seconda dell’intenzione; dopo ripubblicata l’antica storia con alcune addizioni divenute necessarie, Montucla fu rapito ai viventi nel 1799, non avendo compiuto che una piccola parte della narrazione concernente il secolo XVIII. La Lande, celebre astronomo suo amico e principale fautore, compi l’opera aggiungendo due volumi ai due già pubblicati; al che parte si valse dei materiali già raccolti da Montucla e parte contribuì del suo. Malgrado tali cure, e malgrado la copia delle notizie che essi contengono, questi due volumi sono riusciti grandemente inferiori ai due primi, e possiam dire, che l’istoria delle matematiche dopo Newton e Leibnitz è ancora da scrivere. Montucla aveva voluto abbracciare nel suo piano tutte le matematiche pure e miste, dall’aritmetica e dalla geometria fino alla meccanica pratica, all’ottica, all’astronomia, all’idraulica; nè avea ricusato d’occuparsi anche della musica, considerata nel senso che a questa parola attribuivano i Greci. Sì grande e varia impresa era ancora possibile per le età antiche, e per ciò che si può chiamare il Medio Evo di queste scienze, sino al finire del secolo XVII. Ma l’estenderla a tempi più recenti non poteva essere compito di un solo uomo, per quanto sagace ed erudito.

Questi ed altri ostacoli, che rendono oltremodo difficile ad un moderno scrittore il narrare in modo adeguato tutta la storia delle matematiche, sembrano aver per circa 70 anni distolto tutti dall’accingersi ad un’opera comparabile a quella del Montucla. Per qualche tempo si sperò ottenerla da Ermanno Hankel, professore di Tubinga, il quale vi si era disposto con forti e severi studi. Hankel disegnava di preparare le sue forze all’arduo cimento, facendo precedere alla grande Storia un’altra più compendiosa. Ma neppur questo bozzetto del maggior quadro potè egli condurre a termine, rapito nel 1873 da morte immatura. I frammenti che ne furono pubblicati in