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astro-meteorologici degli antichi | 277 |
Dopo l’esposizione fatta or ora degli antichi parapegmi io temo forte, che il benevole lettore non si mostri troppo edificato di questi saggi della meteorologia primitiva; e può anche darsi che nell’esaminare gli estratti qui sopra riferiti gli tornino alla mente le predizioni del tempo che stanno nella Sibilla Celeste e nel Gran Pescatore di Chiaravalle od in altre simili composizioni, in cui si estrinseca la sapienza meteorologica popolare. Non sarò dunque inopportuno considerare con qualche attenzione il significato che alle episemasie attribuivano i loro autori, e quello che ad esse attribuiva il pubblico di quei tempi.
Io ho già indicato fin da principio (§§ IV e V) le idee fondamentali, che condussero gli osservatori della Grecia ad esplorare con quale ordine si avvicendano le variazioni dell’atmosfera secondo i periodi del Sole e della Luna. Non erano idee intieramente giuste neppure rispetto al Sole, e rispetto alla Luna sappiamo che erano intieramente sbagliate; non si può negare tuttavia che non fossero logiche e plausibili per quei tempi, e il metodo, abbastanza scientifico. Se così non fosse stato non si leggerebbero fra i parapegmatisti nomi di uomini, quali Democrito, Filippo, Eudosso, Ipparco, che tengono i primi onori fra gli antichi indagatori delle cose naturali.
Che le episemasie non fossero inscritte nei parapegmi a capriccio, ma come risultato di lunghe e pazienti osservazioni, è intrinsecamente probabile, e manifestamente indicato dallo stile caratteristico in cui molte fra esse sono enunziate. Ne scelgo alcune, ordinandole per data secondo i giorni numerati progressivamente a partir dal solstizio estivo.
che da di lui ho desunto. I luoghi più importanti stanno nel libro II, capo 38-47 e nel libro XVIII, capo 24-35.
Eudosso, | giorno | 72. |
Piove, tuona: gran vento. |
Cesare, | » | 111. |
Venti disordinati: pioggia e tuoni. |
Filippo, | » | 139. |
Tempo cattivo: temporale. |