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egli il pensiero e ad Ercolano, e alla villa Portici; perchè nelle noterelle aggiunte al testo (se egli n’è l’autore) commenta queste parole il Portico d’Ercole nel seguente modo: l’azione è in Napoli, ma l’autor finge: vi sott’intende Roma, e qui parla di Tivoli vicino borgo, dov’era un tempio sacro ad Ercole. Nel qual giudizio ei s’inganna, ma scorgesi appunto da tal inganno, che stimando egli doversi intender di Tivoli, non ebbe pensiero nè al Portico, nè al borgo d’Ercole. Tralascio altri non meno riguardevoli indizj desunti da varj passi del di lui supplemento o compimento a Petronio, i quali fanno fede che le cose ivi narrate non potevano da altri essere scritte che di man del Petronio. Io non difendo però il Nodot in modo che io dica essere il suo Petronio un’opera del tutto compiuta, ma dico tra tutte le edizioni di Petronio quella Nodoziana essere la più copiosa, sebbene non anco intera, giacchè vi si trovan tuttora molte lacune, e spesso vi si desidera maggior connessione nelle parole e nelle sentenze. Il Codice scopertone a Belgrado essendo forse scritto in disteso e senza interpunzioni, e presentando assai più cose degli altri, facilmente ne avrà imposto al Nodot, il quale non conoscendone la lingua più che tanto potè credere intero e genuino un informe Petronio. Ma, com’io dicea, questo spinosissimo argomento esigerebbe lunghissimo ozio a ben discuterlo.„

Sembra adunque ragionevole e plausibil cosa il ritenere per merce di Petronio il supplemento che ci ha trasmesso Nodot. Dopo tal supplemento, non è a mia notizia che altro sia stato in questi ultimi anni pubblicato, donde le presenti Satire acquistino maggior compimento.

Altra evidente prova del sommo lor pregio si è la versione che se ne è fatta o in tutto o in parte nelle lingue viventi da uomini studiosissimi. Il celebre Ad-