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la stampa di libri perniciosi 215

eccitato il disparere tra la Santitá del sommo pontefice e la serenissima Republica gli anni passati sopra quattro capi di leggi: che beni laici non possino esser alienati in ecclesiastici senza licenza; che non possino essere fabricate nove chiese senza permissione publica; che li beni con titolo di dominio utile possessi da’ laici non possino esser appropriati dagli ecclesiastici, e che il publico governo possi giudicare le persone ecclesiastiche in casi enormi. Il qual disparere avendo avuto per divina bontá quel fine che era giusto in favore e riputazione della serenissima Republica, la corte di Roma ed altri inquieti dell’ordine ecclesiastico, scoppiando per l’invidia, vogliono per vie oblique ed occulte levar la riputazione acquistata e ritirarla dal canto loro; e per tanto cercano ogni via che siano inserte quelle questioni nelli libri che si stampano, e decise secondo l’opinione romana, e che questi libri siano ristampati in Venezia; e studiosamente operano che dalli sudditi del serenissimo dominio particolarmente escano decisioni e consulti in quei propositi. E quantunque si potesse far dubio di questa intenzione, non ostanti le relazioni e congetture che si hanno, questo è ben certo, che cosí continuando, in fine, quando si vedrá numero grande di libri stampati in Venezia con dottrina contraria alle leggi sopradette, seguirá che il mondo dirá che li Signori veneziani hanno conosciuto d’aver sostentato una causa ingiusta, perché altrimenti non averebbono concesso che fossero stampati nella loro cittá libri che condannino le cose con tanto ardore e spesa difese, massime non avendolo fatto per trascuratezza, ma con certa deliberazione, avendo fatto veder li libri dal suo secretario, e fatto fede che li libri sono degni di stampa.

Questa narrazione ho giudicato necessaria per espressione del male che ha bisogno di medicina; la qual non è sufficiente con la sola deputazione del secretario, senza aggiongerci le regole che debbe servare nel negar la stampa alli libri overo admetterli, perché trattandosi di stampare o ristampar un libro, non mancano fautori dell’autore o dello stampatore che, se il secretario censura qualche parte, non dicano che è troppo scrupoloso e lo constringano ad acconsentirvi con preghiere a quali non si può