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90 l'istoria del concilio tridentino


fice romano», cosí dicesse: «li vescovi assunti per autoritá del pontefice romano».

Il dí seguente, essendo venuto il tempo di dechiarare il giorno della sessione, il Cardinal di Mantoa propose che si prorogasse sino alli diciassette; e se in quel mentre non s’avesse potuto aver in ordine li decreti della riforma spettanti alla materia che si trattava, questa si differisse alla seguente sessione. Il Cardinal di Lorena concorse nel medesimo parere quanto al giorno, ma con condizione che non si omettesse di trattar tutto quello che perteniva alla materia, né cosa alcuna si rimettesse alla seguente, nella qual era necessario dar principio alla riforma universale. L’arcivescovo di Praga, il Cinquechiese e l’oratore di Polonia concordarono nel medesimo parere: e dopo molta contenzione di alcuni che volevano, secondo il voto del vescovo di Nimes, che si rimettessero le questioni ad altro tempo, e de altri che volevano deciderle, si deliberò di stabilire la sessione per il su detto giorno, con ordine che per spedire tutta la materia si facessero due congregazioni al giorno; e se allora non fosse decisa, si pubblicassero li decreti che si trovassero in quel tempo esser stabiliti, rimettendo gl’indecisi ad altro tempo; e nella sessione seguente si trattasse della riforma, inanzi che entrar nei punti della dottrina. Riprese ancora il Cardinal di Mantoa lo strepito de piedi e de parole del giorno precedente, concludendo che se per l’inanzi non avessero parlato con rispetto e riverenzia conveniente alla dignitá propria e alla presenzia d’essi legati, che rappresentano Sua Beatitudine, e delli cardinali e ambasciatori che rappresentano li principi, essi sarebbono usciti di congregazione, per non comportar tanti disordeni. E il Cardinal di Lorena commendò l’ammonizione fatta, soggiongendo che sí come non era conveniente che per qualsivoglia occasione li legati dovessero partir di congregazione, cosí era giustissima cosa che si punissero li perturbatori. Il vescovo della Cava non solo non volse scusarsi di quello che detto aveva, né meno con silenzio ricever l’ammonizione, se ben generale; ma disse che si dovevano levar le cause, che gli