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libro settimo - capitolo v


leggere e osservare il libro della legge, occultato per malizia degli uomini. Passò poi ad un acuto motto, dicendo che se li padri dimanderanno perché la Francia non sia in pace, non si potrá risponder altro se non quello che Gieu disse a Gioran: «Come può esser pace restando ancora?...». E tacque le seguenti parole, ma soggionse: «Voi sapete il resto»; aggiongendo poi che, se non si attenderá a questa reformazione, saranno vani li aiuti del re di Spagna, del pontefice e degli altri prencipi; e il sangue di quelli che periranno, se ben meritamente per i propri peccati, sará richiesto dalle mani di essi padri. Concluse che, prima che descendere alli particolari che debbono dimandare, richiedevano che finissero presto le cose che avevano cominciato a trattare, acciò potessero attender quanto prima alle altre molto piú gravi e necessarie in quel tempo.

Non dispiacque meno la pongente libertá di questo ambasciatore che la usata da Pibrac suo collega alla loro venuta in Trento; nondimeno il timore che si aveva delli francesi fece metter in silenzio le offese di parole.

Il seguente giorno si continuarono le congregazioni, e la prima fu tutta occupata solo da fra’ Gasparo di Casal, vescovo di Liria; il qual per informar il Cardinal di Lorena di tutte le ragioni de’ spagnoli, recapitolò con magniloquenzia le cose da altri dette in quella materia: vi aggionse di piú che nessuna cosa era piú a favor de’ luterani, quanto il far l’instituzione de’ vescovi di legge umana: che cosí s’approva la novitá da loro fatta d’aver posto predicatori o predicanti o ministri al governo della Chiesa, in luoco delli vescovi da Cristo instituiti. Aggionse a questo che, leggendo le epistole di san Gregorio a Giovanni constantinopolitano e ad altri, scritte contra il medesimo perché si chiamava vescovo universale, vedersi chiaramente che non si può dir che l’instituzione del pontefice romano venga da Cristo, se non si dice anco che dal medesmo venga quella de’ vescovi.

Il Cardinal di Lorena fece in casa propria congregazione delli prelati e teologi francesi con lui venuti, per intendere la loro opinione sopra il particolare della giurisdizione de’