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82 l'istoria del concilio tridentino


ringraziava Dio per la venuta sua e si congratulava con lui, e s’offeriva di ascoltar quello che a suo luoco e tempo dagli ambasciatori fosse detto, non dubitando che debbia esser a gloria di Dio, utilitá della Chiesa e somma dignitá della sede apostolica.

Dopo questo parlò l’ambasciator Ferrier, incominciando a commendar l’animo del re inclinato alla religione; il che si rendeva piú manifesto per la venuta e il ragionamento del cardinale, dal quale appariva quanto la Francia procuri il bene della chiesa cattolica, potendo ognuno conoscere che potentissime cause l’abbiano indotto a mandarlo, poiché si era sempre valuto del conseglio suo nelli gran negozi del regno. Che potrebbe il re in tre giorni quietar tutte le sedizioni e retener nella natural obedienzia gli animi de tutti li suoi sudditi, quando avesse solo mira alle cose sue, e non alla chiesa cattolica e a retener la dignitá e autoritá del pontefice in Francia, per quali solamente espone a pericolo il regno, la vita e l’avere di tutti li grandi e nobili. E descendendo alle richieste sue, soggionse che in quelle non sarebbono fastidiosi e difficili; che non domandavano se non quello che tutto il mondo cristiano dimanda; che il re cristianissimo richiede quello che dimandò il gran Costantino dai padri del concilio niceno; che tutte le richieste regie si contengono nelle sacre lettere, nei vecchi concili della chiesa cattolica, nelle antiche constituzioni, decreti e canoni de’ pontefici e Padri; che il cristianissimo dimandava la restituzione della chiesa cattolica in integro da essi padri, constituiti giudici pretori da Cristo, ma non per un decreto di clausula generale, anzi secondo la forma delle espresse parole di quell’editto perpetuo e divino, contra il quale non può aver luoco usurpazione o prescrizione alcuna; sí che ritornino finalmente come dalla captivitá nella santa cittá di Dio e alla luce degli uomini quei buoni ordini, che il demonio ha per forza rubati e per longo tempo ascosti. Diede l’esempio di Dario, che quietò li tumulti di Giudea non con arme, ma con eseguir l’antico editto di Ciro; di Giosia, che riformò la religione con far