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libro settimo - capitolo iv


che il re cattolico e il cristianesimo avevano fatto instanzia del medesimo, e che tutto il populo cristiano desiderava veder la provvisione; che in tempo di Paulo III si parlò in questa materia, e poco pertinentemente da alcuni fu passato in superflue questioni, le quali prudentemente furono messe in silenzio allora: per le medesime ragioni si vede non esser bisogno di trattare adesso altro che quello che nel decreto è proposto. E tra le altre cose disse che si erano confermati col parere dell’ambasciator Lansac, il qual con buone ragioni molte volte aveva dimostrato non doversi altro ricercare, se non che la residenzia si faccia, non importando saper di onde l’obbligo venga.

Nel decreto, tra le altre particole, vi era che li vescovi residenti non fossero tenuti a pagar decime, sussidi o qualunque altro gravame imposto con qualsivoglia autoritá, eziandio ad instanzia de’ re e prencipi. Questo particolare mosse grandemente tutti gli ambasciatori; ma Lansac, dissimulandolo, si dolse col Cardinal di Mantoa che l’avesse nominato senza avergliene fatto motto prima, concedendo d’aver parlato con esso lui in quel tenore, ma come amico particolare e non come ambasciatore; e per far la sua querela piú grave, vi aggionse dolersi anco che avesse nominato il cattolico inanzi il cristianissimo. Delle decime non disse altro, sperando, col moto da lui fatto e con qualche opposizione che averebbono fatto li fautori del ius divino, poter impedir quella forma di decreto. Il Cinquechiese ancora non passò piú inanzi, se non che disse non creder che la mente dell’imperatore fosse come il Cardinal propose. Ma il secretario del marchese di Pescara ricercò apertamente che le parole si accomodassero in modo che non pregiudicassero alla grazia fatta dal pontefice a Sua Maestá cattolica per il sussidio delle galere. Credettero li legati con questo aver guadagnato l’animo delli prelati; ma quelli, dopo intesa l’eccezione per Spagna, incominciarono tra loro a dire che se li voleva far grazia di quello che non se gli poteva concedere, perché in Spagna e in Francia e sotto qualunque altro principe sarebbono stati costretti pagare; e anco