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CAPITOLO III

(13-20 ottobre 1562).

[I legati si oppongono che nella formula del decreto dell’ordine si accenni all’istituzione episcopale de iure divino. — Nella congregazione generale l’arcivescovo di Granata, seguito da molti padri, insiste perchè si dichiari de iure divino l’istituzione dei vescovi e la loro superioritá sul sacerdozio. — Lunga e vivace disputa, che porta pure a trattare della posizione del papa nella Chiesa, e di fronte ai vescovi ed ai concili. — I legati comprendono che l’offensiva mira all’autoritá di Roma e ne vedono il grave pericolo, anche per l’imminente arrivo dei francesi. — Tentativi per vincere la coalizione degli spagnoli.— Importante discorso del Lainez: reazioni e discussioni suscitate da esso.]

Ma in Trento li deputati a formar li anatematismi e la dottrina, considerate le sentenze de’ teologi, fecero una minuta, in quale fu posto che li vescovi sono superiori iure divino, perché l’arcivescovo di Zara e il vescovo di Coimbra, principali tra li deputati, furono di quel parere. Ma li legati non permisero, dicendo che non era giusto interporvi concetto non contenuto negli articoli; che se poi li padri nelle congregazioni avessero richiesto, si sarebbe pensato. Il che li spagnoli immediate si risolverono di richiedere; e li legati intesolo, consultati, deliberarono di far intendere alli prelati suoi soliti a contradire che, se quella materia era proposta, tacessero e non la mettessero in disputa, per non dar occasione alli spagnoli di repliche, con le quali si tirassero in longo le congregazioni e si eccitassero delli inconvenienti nati nel proposito della residenza; ma se da Granata o da altri fosse fatta instanzia, il Cardinal varmiense interrompesse, rispondendo non esser capo da trattar in concilio, per non esser controverso con protestanti.