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384 l'istoria del concilio tridentino


legati in Germania, Francia e Spagna per esortar ad eseguir li decreti, per conceder le cose oneste e dar suffragio nelle cose de iure positivo.

Inanzi il Natale arrivarono in Roma li legati Morone e Simonetta, da’ quali il papa volle intendere in molte audienzie minutamente le cose successe, e pigliò in nota li nomi delli prelati che si erano affaticati per il concilio, a fine di farli cardinali. La corte, intendendo la resoluzione del papa alla conferma, mutò l’allegrezza in querimonia, facendo tutti gli ufficiali indoglienza per il danno che averebbono ricevuto negli uffici loro, se quella reforma s’eseguiva: e consideravano di piú che, essendo quei decreti concepiti in termini generali e senza clausule di sottil esplicazione, sempre che difficoltá fosse nata, il mondo, giá assuefatto a latrare contra quella corte, averebbe fatto interpretazione contraria a’ loro interessi, e sarebbe stata abbracciata come cosa speciosa, e coperta con titolo di riforma. Erano date suppliche e memoriali al pontefice di quelli che, avendo comprato gli uffici e prevedendo questo danno, dimandavano restoro: cosa che dalla Santitá sua era molto stimata e riputata degna di buon rimedio, acciocché non fosse causa della desolazione di Roma. Al che avendo diligentemente pensato, deputò cardinali a consultar sopra la confermazione, e a pensar il remedio che si potesse porger alle querimonie della corte. Erano alcuni cardinali che consegnavano a confermar immediate li decreti spettanti alla fede, ma proceder con maturitá intorno agli altri, imperocché alcuni erano degni di molta considerazione per la poca utilitá e gran confusione che porterebbono, altri per la impossibilitá o gran difficoltá sarebbe stato necessario spesso dispensarli. Il che non sarebbe successo senza indecoro e senza dar materia a ragionamenti, essendo anco necessario aver molta considerazione sopra il modo di eseguirgli, in maniera che non portassero danno né pregiudicio ad alcuno, non essendo degna di nome di reforma quella provvisione, quale è con detrimento d’altri. Che differendo s’averebbe conosciuto, intendendo il parer di molti, quello che si poteva far con satisfazione comune, senza