Pagina:Sarpi, Paolo – Istoria del Concilio tridentino, Vol. III, 1935 – BEIC 1917972.djvu/357


libro ottavo - capitolo x


suspetti che constringevano a dubitare di qualche artificio per precipitar la decisione. E se il papa non aveva intenzione che fossero toccate e messe in disputa le ragioni dell’imperatore e re, come il Cardinal li fa intendere, conviene che la Sua Santitá drizzi il suo dispiacere contra li legati, che hanno proposto gli articoli con nominar re, imperatore e repubbliche, e non contra gli ambasciatori. Che stima la protesta dover esser giustificata appresso tutta la cristianitá, quando gli articoli saranno veduti. Che avendo li legati proposti quegli articoli contra l’intenzione di Sua Santitá, non è da remettersi piú alla loro discrezione, né far tornar gli ambasciatori, sin che non s’abbia intiera sicurezza che di quelli non s’abbia a parlar piú: che allora egli comanderá agli ambasciatori di ritornar al concilio.

Sopra la citazione e sentenzia diede ordine il re a Enrico Clutin monsignor d’Oissel di parlar al pontefice e dirli che la Maestá sua aveva inteso con gran dispiacer quello che non credette per la fama sparsa, ma solo dopo, per aver visto copia delli monitori affissi in Roma: che si avesse proceduto contra una regina in quella maniera. Che egli era obbligato a defenderla, prima, perché la causa e il pericolo di quella era comune a tutti li re, perciò tenuti ad aiutarla come in causa appartenente a tutti; ma tanto piú per esser vedova; e l’obbligo di esso re di Francia esser maggiore per il stretto parentato che ha con lei per ambedue le linee e per la agnazione col marito, il quale poco tempo inanzi era morto in guerra contra li protestanti, e lasciati li figliuoli pupilli. Per il che non poteva abbandonar la causa di quella, seguendo li esempi delli suoi maggiori, e massime che non debbe comportar che nessuno faccia guerra sotto pretesto di religione ai suoi vicini; aggiongendo che non era cosa pia metter in pericolo di crudelissima guerra per questa causa li regni di Spagna e di Francia, congionti nuovamente in amicizia. Aggionse ancora che, avendo quella regina molti feudi in Francia, per le ragioni e privilegi di quel regno non poteva esser costretta a comparir, né in persona né per procurator, fuori: soggionse molti esempi di principi e pontefici che hanno proceduto con