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libro ottavo - capitolo ix


concili di quei tempi mostrano che le cause de’ vescovi, eziandio le deposizioni, si trattavano nelle regioni di ciascuno. Quelli che aspettavano qualche provvisione sopra l’introdotto abuso delle pensioni, veduto quello che ne fu decretato nel decimoterzo capo, giudicarono che la materia dovesse passar a maggior corruzione, come l’evento anco ha dimostrato.

Il decimoquarto capo era da ognuno lodato, parendo che avesse levato le annate e il pagamento delle bolle che si spediscono a Roma per la collazione dei benefici; ma in progresso di tempo, essendosi veduto che quelli restarono in piedi, né mai si pensò né a levarli né moderarli, s’accorsero che si levano solo li piccioli abusi delle altre chiese, restando verificato che dagli occhi si levano le sole festuche, non mai li travi. Dello statuto dell’unitá o al piú dualitá de’ benefici, da ogni persona savia fu giudicato che questo secolo non era degno, e che non sarebbe servato se non in qualche miseri. Similmente l’esame in concorso nella collazione delle parrocchiali ognuno pronosticava che dovesse con qualche sinistra interpretazione esser deluso. E la profezia si verificò ben molto presto, perché non si stette troppo in Roma a dechiarare che non s’aveva da osservare concorso in caso di resignazione, ma esaminar il solo resignatario: che fu un abolir il decreto per la maggior parte, poiché con la resegna i migliori sono esclusi, e preferito quello che piú piace al resignante, e non vacano li benefici per altra causa se non casualmente. Il decreto della cognizione delle cause in prima instanzia, con l’eccezione soggiorna, cioè eccetto quelle che il papa vorrá commetter o avocare, esser affatto destrutto, perché non furono mai levate le cause alli legittimi tribunali, se non per commissioni e avocazioni ponteficie; e ora, conservando la causa del male, si medicava il sintoma solamente; e se ben quell’aggionzione: «per causa urgente e ragionevole» pareva che regolasse, però li intendenti sapevano molto bene che tanto quelle parole significano, quanto se dicessero: «per qualonque arbitraria causa».

Ma dell’ultimo capo, che giá tanti mesi era stato sotto