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libro ottavo - capitolo viii


tanto varie tra loro, che li padri non sapevano risolversi che dire in quella dottrina.

Della materia della riforma, se bene li venti capi erano conclusi e del ventuno si trattava col conte di Luna, li prelati spagnoli fecero indoglienza che il capo dell’esenzione dei capitoli e l’ultimo delle prime instanzie e appellazioni fossero stati alterati da quello che li prelati avevano notato; di che sdegnati li legati e li deputati sopra li decreti, risposero che o giustificassero quello che dicevano o tacessero. Ed essendo passate qualche parole di disgusto, il conte di Luna comparve in loro favore, dimandando che fossero messe in considerazione le opposizioni che a quei dui capi facevano li suoi prelati. Ricercò appresso che nel quinto capo, dove erano riservate al papa le cause criminali de’ vescovi, fosse fatta dechiarazione che non si facesse pregiudicio all’inquisizione di Spagna; la qual richiesta aveva fatto prima l’ambasciator di Portogallo per il suo regno. E rispondendo li legati quelle materie esser giá decise, replicò il conte che, se si proponeranno in quel modo, egli non anderá in sessione, né lascerá intervenirvi alcuno delli suoi prelati: a che disse il Cardinal Morone che, se non andaranno in sessione, si fará senza di loro. Il conte, ascrivendo quella durezza che pareva aver trovato nelli legati ad uffici fatti dal procurator delli capitoli di Spagna, li comandò che si partisse immediate da Trento; il che alli legati dispiacque. E tuttavia, acciò nessun impedimento fosse al far la sessione, il cui tempo era prossimo, per compiacere l’ambasciatore, nel capo delle cause de’ vescovi fecero eccettuar li regni dove era inquisizione. Quanto a quello delle prime instanzie, perché volevano levar totalmente l’autoritá al pontefice di poterne commetter a Roma, pareva cosa troppo ardua alli legati. Il sesto ancora molto importava, perché li capitoli di Spagna sono un membro molto principale, e piú dependenti dalla sede apostolica che li vescovi: perché questi sono tutti a nominazione del re, ma delli canonicati piú della metá sono di pura collazione del papa. Però risolverono, piú tosto che fare pregiudicio alli