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322 l'istoria del concilio tridentino


il conte di Luna, secondo il suo solito di aggionger sempre difficoltá a quelle che da altri erano proposte, fece instanza che si levasse il Proponentibus legatis; cosa molto molesta a loro, che non sapevano come contentarlo senza pregiudicar alle sessioni passate; perché non solo la revocazione, ma ogni modificazione o suspensione pareva una dechiarazione che le cose passate non fossero successe legittimamente. Ma l’ambasciatore, non vedendo espedizione sopra la dimanda tante volte fatta, diceva che sino allora aveva negoziato modestamente, e sarebbe costretto mutar modo; e tanto piú parlava arditamente, quanto sapeva che il pontefice, per le sue instanzie passate, aveva scritto che si facesse quello che era conveniente; nel che la Santitá sua si rimetteva in tutto e per tutto. Ma li legati, per liberarsi dalle instanzie dell’ambasciatore, risposero che lasciavano in libertá del concilio di far la dechiarazione, quando li fosse parso. E cosí serviva il nome di libertá nel concilio a coprir quello che da altri procedeva; imperocché li legati, mentre cosí dicevano, facevano insieme strette pratiche con li prelati piú congionti, acciò li fosse interposta dilazione, cosí per portar questo particolare in fine del concilio, come per goder il beneficio del tempo, il qual facesse apertura a qualche modo meno pregiudiciale. Ma il conte, scoperte le pratiche, preparò una protestazione, e ricercò li ambasciatori imperiali, francesi e di Portogallo di sottoscriverla: li quali l’esortarono a non far tanta instanzia per allora, poiché avendo il Cardinal Morone convenuto con l’imperatore che si sarebbe provveduto inanzi il fine del concilio, sin che non si trattava di questo non sapevano come poter protestare di quell’altro. E il Cardinal Morone per quietar il conte mandò piú volte il Paleotto a negoziar con lui il modo come venir all’esecuzione della sua instanzia, il quale non era ben inteso manco da lui medesimo, imperocché né egli averebbe voluto che fosse fatto pregiudicio alli decreti passati, e con questa condizione era difficil cosa trovarci temperamento. Finalmente diedero parola li legati al conte che nella prossima sessione si farebbe la dechiarazione, purché si trovasse modo che dasse sodisfazione alli padri.