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280 l'istoria del concilio tridentino


mostrato altre volte; e soggionse nondimeno il desiderio esser il medesimo e l’istessa disposizione dell’animo ad adoperarsi con ogni vigore; ma l’esperienza averli insegnato che non solo non si può far in concilio cosa né perfetta né mediocre, ma che anco ogni tentativo in quella materia sia per tornar in male. S’adoperò anco il medesimo cardinale col conte di Luna, acciocché non cercasse di differir la riforma totalmente, ma, essendovi cosa di non intiera sua sodisfazione, si lasciasse intendere del particolare, che egli s’averebbe adoperato per far che fosse compiaciuto.

Li ambasciatori imperiali primi di tutti, il 31 luglio, diedero in scritto la risposta loro: nella quale primieramente dissero che, desiderando universal riforma nel capo e nei membri, e avendo letto gli articoli esibiti, avevano alcune cose aggionte e altre notate, e facevano instanzia che secondo quelle fossero corretti e proposti alla discussione dei padri. E perché Cesare con li ambasciatori di molti principi di Germania teneva dieta in Vienna per trattar anco molte cose spettanti al concilio, fossero contenti di ricever in bene se, avuto novo mandato da Sua Maestá, all’avvenire li presentassero ancora altre considerazioni. Che per allora agli articoli da loro proposti ne aggiongevano otto: che sia fatta riforma del conclavi in concilio seria e durabile; sia proibita l’alienazione de’ beni ecclesiastici senza libero e fermo consenso del capitolo, e questo principalmente nella chiesa romana; che siano levate le commende e coadiutorie con futura successione; che siano reformate le scole e universitá; che sia ordinato alli concili provinciali di emendar li statuti di tutti li capitoli; e parimente li sia dato autoritá di reformar li messali, breviari, agende e graduali, desiderando reforma non tanto delli romani, ma di quelli di tutte le Chiese; che li laici non siano citati a Roma in prima instanzia; che le cause non siano avocate dal fòro secolare all’ecclesiastico sotto pretesto di denegata giustizia, senza informarsi prima della veritá della supplica; che nelle cause profane non siano dati conservatori. E sopra li capitoli dalli legati esibiti notarono molte cose, parte delle quali,