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CAPITOLO IV

(15 luglio 1563).

[Sessione ventitreesima. I quattro articoli e gli otto canoni del decreto sul sacramento dell’ordine, e i diciotto capitoli del decreto di riforma. L’istituzione dei seminari. — Osservazioni ai decreti della sessione. — L’accordo fra gli spagnoli e il Lorena comincia a spezzarsi. — I legati, desiderosi d’affrettare la fine, cercano di preparare per una sola sessione la rimanente materia, affidandone l’esame ad una commissione. — Ostacoli suscitati dal conte di Luna, il quale propone anche di rinnovare l’invito ai protestanti. — Il papa, informato di ciò dai legati, lagnasi del conte con l’ambasciatore in Roma e con Filippo II. — In Trento non tutti i padri concordano nell’opportunitá di affrettare i lavori a scapito di precise deliberazioni.]

Venuto adonque il 15 luglio, la mattina per tempo col solito ordine andarono tutti nella chiesa. Si fecero le consuete ceremonie. Celebrò lá messa il vescovo di Parigi, fece l’orazione il vescovo di Alife, nella quale offese li francesi con aver nominato il re di Spagna prima che il re loro, e li polacchi, nominando quello di Portogallo inanzi Polonia, e li veneziani, col far prima menzione del duca di Savoia e poi della loro repubblica. Disse anco parole, per le quali mostrava che quella celebrazione di concilio era una continuazione con li precedenti di Paulo e Giulio, di che ebbero mala satisfazione gl’imperiali e li francesi insieme. Entrò anco a parlare della fede e delli costumi degli eretici e cattolici; e disse che, si come la fede dei cattolici era migliore, cosí li costumi degli eretici erano molto migliori che quelli de’ cattolici: nel che diede molto disgusto, massime a quelli che si raccordavano del detto di Cristo e di san Giacomo, che la fede non si


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