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226 l'istoria del concilio tridentino


se gli piacesse o no. Finito che ebbe di dire, il Cardinal varmiense, spinto a ciò da Morone, lo interpellò che dechiarasse apertamente quello che sentiva; ed egli rispose che non gli piaceva; con gran disgusto di Morone, il quale gliel’aveva fatta vedere prima, e Lorena aveva mostrato di restarne contento. Madruccio, che seguí, si rimise alli padri: degli altri, chi l’approvò e chi disse non piacergli. Li prelati francesi si dolsero che, contra gli ordini servati nella sinodo in simili occasioni, la risposta fosse differita e disputata. Il vescovo ambasciator del duca di Savoia, quando fu suo luoco di parlare, disse che il negozio era da rimettersi assolutamente alli legati e alli doi cardinali. Finiti di dir tutti li voti, si levò l’arcivescovo di Lanciano, e disse che se ben aveva nel voto suo altramente concluso, nondimeno, dopo aver udito l’ambasciatore, era entrato nel parere di quello. Onde a voce quasi di tutti insieme fu approvato il medesimo.

Il dí 11 giugno si tenne una consulta delli legati, cardinali e da venti prelati per trovar modo di stabilir la dottrina dell’instituzione de’ vescovi. Il Cardinal di Lorena, dicendo il suo parere, passò a toccar l’opinione de’ francesi che il concilio sia sopra il papa, allegando anco che cosí fosse difinito dal concilio di Costanza e di Basilea. Concluse che non ricercava un’altra dechiarazione da quel concilio, ma ben diceva che, volendo esser d’accordo con francesi, era bisogno che nelli decreti che si fossero fatti non vi fossero parole che potessero pregiudicar a quella loro opinione. Venendo il luoco di dire all’arcivescovo d’Otranto, si estese con molte parole a redarguir quel cardinale, ripigliando e rifiutando tutto quello che aveva detto a favor della superioritá del concilio; poi soggionse esser alcuni che tenevano quell’opinione della superioritá del concilio per cosí vera come Verbum caro factum est, soggiongendo che non sapeva come potessero assicurarsene in loro conscienzia: nel che accennò Lorena, del quale era sparso per tutto che avesse usato tal comparazione. E descendendo poi a ragionare dell’instituzione de’ vescovi, accennò che non sarebbe stata controversia alcuna in quella