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libro ottavo - capitolo i |
la pace e conceder qualche cosa agli ugonotti affine di restituir intieramente la religione, doppoi, posto il regno in tranquillitá, volesse per servizio di Dio adoperarsi senza alcuna
dilazione per ottenire quest’ottimo fine. E dopo la messa, prima
che entrar in congregazione, la mostrarono al Cardinal di Lorena, qual rispose non parergli bene che la sinodo approbasse
il fatto del re, del qual piú tosto pareva che dovessero dolersene, come fatto a pregiudicio della fede, che lodarlo; però
meglio era pigliar tempo a rispondere, come si fa nelle cose
d’importanzia. Per il che, mutato conseglio, ordinarono che
fosse resposto al Birago in sostanza che, per esser le cose
narrate e proposte da lui gravissime, e che avevano bisogno
di molta considerazione, la sinodo averebbe preso tempo opportuno per rispondergli. Alli ambasciatori francesi dispiacque
grandemente il fatto del Cardinal di Lorena, parendo loro che
se li legati non fossero stati disposti a commendar le azioni
del re, egli avesse dovuto incitarli, anzi constringerli per
quanto potesse; dove che in contrario, avendo essi giudicato
convenire, come era anco giusto e ragionevole, una commendazione del fatto, egli li aveva dissuasi. Ma, consultati
tra loro, risolverono che non fosse bene scriverne in Francia
per molti rispetti, poiché Lansac, che presto doveva esser di
ritorno, poteva in voce far quella relazione che fosse stata
necessaria.
Il mese inanzi era successo in Baviera un gran tumulto e sollevazione popolare, perché non era stato concesso loro l’uso del calice e che li maritati potessero predicare; il qual desordine procedette tanto inanzi, che per acquetarli il duca li promise nella dieta che, quando per tutto giugno in Trento o vero dal pontefice non fosse stato preso risoluzione di dar loro sodisfazione, egli averebbe concesso e l’uno e l’altro. Il che udito nel concilio, li legati spedirono in diligenzia Nicolò Ormanetto a persuader quel principe di non devenire a tal concessione, promettendogli che il concilio non mancherebbe ai suoi bisogni. Al quale il duca rispose che, per dimostrar l’obedienzia e devozione sua verso la sede apostolica, averebbe