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libro ottavo - capitolo i


professavano, e ogni giorno se ne scoprivano piú. E se ben un mese inanzi quel duca mandò bando che in termine di otto giorni tutti li seguaci di quelle opinioni dovessero partir del paese, e alcuni anco si fossero levati, nondimeno dopo il duca comandò che non si procedesse piú contra loro, anzi a molti condannati dall’inquisizione aveva fatto grazia delle pene e annullato li processi contra loro e contra altri inquisiti non ancora condannati, e concesso anco licenza di tornare ad alcuni delli partiti. Ma il Cardinal, avendo conosciute le ragioni da quali quel duca fu mosso, fu costretto giudicare quel medesimo che andava dicendo delle cose di Francia, cioè che tornasse in servizio de’ cattolici far cosí.

Ebbe quel Cardinal nel medesimo luoco instruzione dal vescovo di Vintimiglia, che era andato espresso per informarlo, come di sopra si è detto, sopra lo stato delle cose del concilio, e come trattar con Lorena. Si trovarono ambidoi li cardinali in Ostia il 24 maggio. Il Cardinal di Ferrara, narrato lo stato delle cose di Francia e della casa dopo la morte del duca di Ghisa e del priore, l’esortò al presto ritorno in Francia, mostrandogli la necessitá che aveva la casa della sua presenzia; gli discorse anco che, dopo la pace fatta con gli ugonotti, la riforma non era per partorir piú in Francia quei buoni effetti che si credeva. Ma lo trovò, che non averebbe creduto, molto impresso che l’onor suo ricercasse di non abbandonar quella negoziazione. Si dolse Lorena che Morone, ritornato dall’imperatore, non gli avesse participato cosa alcuna del suo negoziato, dicendo però che da quella Maestá era stato avvisato del tutto. Gli disse che il re cattolico era ben unito con l’imperatore, e che tra il conte di Luna e lui vi era buona intelligenzia. Nella materia della residenzia disse che era necessario dechiararla, che cosí era mente dell’imperatore, e che quasi tutti li prelati erano di quel parere, eccetto alcuni italiani, e che questa dechiarazione si ricercava a fine che il papa non potesse dispensare. Onde l’opera del Cardinal di Ferrara fece poco frutto. E il Cardinal di Lorena, tornato a Trento, pubblicò per tutto che