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204 l'istoria del concilio tridentino


s’opponessero al voto suo; e andava dicendo che egli parlava come li luterani, e piacesse a Dio che non sentisse ancora con loro: cosa che offese molto Lorena, il quale se ne dolse anco col pontefice. Nelle congregazioni seguenti non fu detta cosa se non ordinaria, né degna di memoria, chi non volesse riferire le adulazioni che obliquamente erano inserite nelli voti da quelli che avevano preso carico di giustificare le usanze da Lorena riprese.

In questo mentre il Cardinal Morone ebbe dall’imperatore la sua espedizione in iscritto, con parole assai generali: che egli defenderebbe l’autoritá del papa contra gli eretici, in caso che vi fosse bisogno; che si sarebbe fermato in Inspruch senza passar piú inanzi; che la translazione del concilio a Bologna non era da farsi senza consenso de’ re di Francia e di Spagna; che quanto alla coronazione sua, non era cosa da risolvere, se prima non si proponeva in dieta, perché cosí alla sprovista averebbe dato molto che dire alla Germania; che quanto al proceder in concilio, egli sarebbe restato sodisfatto con queste due condizioni: che la riforma si faccia in Trento e che ognuno possi proponer, e che si cominci a trattare sopra gli articoli esibiti da lui e da Francia.

Di questo negoziato del cardinale e della risposta ricevuta ho narrato quello che nelli pubblici documenti ho veduto. Non debbo però tralasciare una fama che fu divulgata allora in Trento e tenuta per certa dalli piú sensati: che il cardinale avesse trattato coll’imperatore e col figlio re dei romani cose piú secrete, e mostrato loro che per li diversi fini dei principi e dei prelati, e per li vari e importanti loro interessi contrari e repugnanti, fosse impossibile far sortir al concilio quel fine che alcuno d’essi desiderava. Gli fece conoscere che nella materia del calice, del matrimonio de’ preti, della lingua volgare, cose desiderate tanto da Sua Maestá e dal re di Francia, mai il re di Spagna né alcun principe d’Italia condescenderebbe a contentarsene. Che in la materia di riforma ogni ordine di persona vuole conservarsi nello stato presente e riformar gli altri; onde viene che ognuno dimanda riforma, e a qualonque