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CAPITOLO XII

(aprile-15 maggio 1563).

[Annunzio a Roma ed al concilio della pace d’Amboise. Il papa procede contro alcuni vescovi francesi inclini al calvinismo. — Arrivo a Trento del legato Morone e del conte di Luna. — Il Morone prosegue per Innsbruck. — Vicende della guerra religiosa in Francia: contenuto dell’editto d’Amboise. Malcontento suscitato in concilio. — Il Soto lascia, morendo, una lettera al papa, dichiarandosi per la residenza e l’istituzione dei vescovi de iure divino. — Il Lorena ottiene che si rinvíi al 20 maggio di fissare la sessione. — Proposta dei decreti contro gli abusi dell’ordine sacro: disaccordo su quello riguardante l’elezione dei vescovi.— Arrivo del legato Navagero.— Il papa insiste presso gli ambasciatori perché a lui venga rimessa la riforma. — Il re di Francia giustifica presso il concilio, il papa e i sovrani la pace conchiusa. Il papa e Filippo II scontenti. — Insistenze francesi perché il concilio si trasferisca in Germania. — Quasi tutti i teologi francesi lasciano Trento. — Nuovi lagni del Lorena pel procedere del concilio e perché non si vogliono ricevere in congregazione i procuratori dei vescovi francesi. — Congregazioni sugli abusi dell’ordine: discorso del Lorena. — Proficui risultati ottenuti dal Morone nei suoi colloqui coll’imperatore.]

A Roma andò avviso che il re di Francia aveva fatto pace con gli ugonotti, non sapendosi però ancora le particolari condizioni. La qual cosa stimando che fosse proceduta per opera de alquanti prelati che, quantonque non dichiarati apertamente protestanti, seguivano però quella parte, deliberò il pontefice scoprirli, solito a dire che maggior danno riceveva dalli eretici mascherati che dalli manifesti. Onde nel consistoro delli 31 marzo, avendo prima fatto leggere la lettera scrittagli dall’imperatore e la risposta da lui data, passò a narrare le confusioni di Francia, soggiongendo che il cardinale Sciatiglion, avendo deposto il nome di vescovo di Beauvois e fattosi