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154 l'istoria del concilio tridentino


tuita alla corte dell’imperatore, di consultare cose a lui tanto pregiudiciali, sapendo molto bene che la dignitá pontificia si conserva con la riverenza e certa persuasione de’ cristiani che non possi esser posta in dubbio; ma quando il mondo incominciasse ad esaminar le cose, non mancarebbono ragioni apparenti per turbare li buoni ordini. Osservava che in simili occasioni da’ suoi precessori erano stati adoperati rimedi gagliardi; e che in occasioni tali, dove si tratta il fondamento della fede, ha luoco quel precetto di opporsi gagliardamente alli principi; e che come nelle rotte de’ fiumi, non ovviando alle minime aperture degli argini, non si può tener la piena, cosí quando si fa minima apertura contra la potestá suprema, sono portate con facilitá all’estremo precipizio. Era consegnato di scrivere all’imperatore un risentito breve (come fece Paulo III all’imperator Carlo per causa delli colloqui di Spira), e arguir Cesare che in quei articoli volesse metter in dubbio le cose chiarissime; e con un altro breve riprendere li conseglieri che l’avessero a ciò persuaso; e ammonir li teologi, che vi sono intervenuti, a farsi assolvere dalle censure. Ma, ben pensato, considerò esser differente lo stato delle cose da quello che fu sotto Paulo: prima, perché allora la disputa fu pubblica, che questa era secreta e trattata quasi in occulto e con cura che non si sapesse, onde egli anco poteva dissimular la notizia; e se l’avesse pubblicata, e fosse continuata dopo la sua reprensione, si metteva a maggior pericolo; che a Carlo conveniva star unito col papa per non sottomersi alli principi tedeschi, ma questo imperatore era giá quasi soggetto; e finalmente che poteva differire il rimedio arduo, essendo sempre a tempo di farlo, e fra tanto, dissimulando, veder d’impedire obliquamente la resoluzione delle consulte che si facevano, con mandar a quella Maestá il Cardinal di Mantoa.

Della scrittura che andò intorno contra le petizioni francesi, non solo ne sentirono disgusto essi, e l’ebbero per affronto, ma all’imperator medesimo dispiacque assai. E li legati, ricevuta la commissione da Roma sopra di quelle, restarono poco sodisfatti, parendo loro che quello non fosse modo di