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CAPITOLO X

(21 febbraio-9 marzo 1563).

[Ritorno a Trento del Commendone, che riferisce della sua poco proficua missione presso l’imperatore. — Il «proconcilio» di Innsbruck: questioni ivi discusse, e come i legati riuscissero ad esserne informati. — Il papa sconsiglia che si propongano al concilio gli articoli francesi di riforma e pensa di ostacolare le conferenze teologiche d’Innsbruck, inviandovi il Gonzaga. — I teologi del concilio, continuando la trattazione del matrimonio, suscitano la questione della natura e dei limiti delle dispense papali. — Ritorno del Lorena a Trento: tentativi dei legati di penetrare i fini ed i risultati della sua missione. — Morte del legato Gonzaga. — Disputa sul celibato ecclesiastico e sulla facoltá di dispensa. — Il Lorena si oppone alla richiesta di dispensa che i francesi vogliono presentare pel cardinale di Borbone. — Il papa nomina legati i cardinali Morone e Navagero: malcontento dei francesi per l’esclusione del Lorena. — L’uccisione del duca di Guise contribuisce a far mutare il contegno del Lorena in concilio.]

Ritornò in questo tempo Commendone dall’imperatore. La negoziazione del quale non ebbe il fine che li legati desideravano; imperocché Cesare, udite le proposizioni sue, rispose che vi era bisogno di tempo a pensar sopra le cose proposte, per la loro importanza; e ci averebbe avuto considerazione e dato la risposta al concilio per un suo ambasciatore. Di che egli ne diede conto per lettere immediate, aggiongendo che aveva trovato l’imperatore addolorato e mal impresso delle azioni conciliari. Ma allora, ritornato, aggionse di piú: che dalle parole di quella Maestá, e da quello che aveva inteso da’ suoi conseglieri e osservato dalli loro andamenti, gli era parso conoscere che Sua Maestá era cosí ferma in quella sinistra impressione, che dubitava non segua qualche disordine. Che, da