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148 l'istoria del concilio tridentino


e con disgusto delli pontifici, alli quali parve tempo molto impertinente di toccar quella materia. E diede occasione che dall’una e l’altra parte fossero renovate le pratiche.

Fra’ Gioanni Ramirez franciscano, nella congregazione dei 20 febbraro sopra li medesmi articoli, dopo aver parlato secondo la comune opinione delli teologi della indissolubilitá del matrimonio, disse le medesme ragioni che sono tra marito e moglie esser anco tra il vescovo e la chiesa sua; che né la chiesa può repudiar il vescovo né il vescovo la chiesa; e si come il marito non debbe partire dalla moglie, cosí il vescovo non debbe partir dalla chiesa sua; e che questo legame spirituale non era di minor forza che quell’altro corporale. Allegò Innocenzo III, il qual decretò che un vescovo non potesse esser transferito se non per autoritá divina, perché il legame matrimoniale, che è minore (dice il pontefice), non può esser sciolto per alcuna autoritá umana. E longamente si estese a mostrare che non per questo si sminuiva, anzi s’accresceva l’autoritá del papa, il qual come vicario universale poteva servirsi delli vescovi in altro luoco, dove fosse maggior bisogno; sí come il principe della repubblica per li pubblici bisogni può servirsi delli maritati mandandogli in altri luochi, restando fermo il vincolo matrimoniale. E si diede a risolvere le ragioni in contrario con molta prolissitá.

Ma nella congregazione della sera dello stesso giorno il dottor Cornelio disse ambidue gli articoli terzo e quarto esser eretici, perché erano dannati in piú decretali ponteficie. E con assai parole esaltò l’autoritá papale, dicendo che tutti gli antichi concili nelle determinazioni della fede seguivano pontualmente l’autoritá e la volontá del pontefice. Addusse per esempio il concilio costantinopolitano di Trullo, che seguí l’instruzione mandata da Agatone pontefice, e il concilio calcedonense, il quale non solo seguí, ma venerò e adorò la sentenzia di san Leone papa, chiamandolo anco ecumenico e pastor della Chiesa universale. E dopo aver portato diverse autoritá e ragioni per mostrare che le parole di Cristo dette a Pietro: «Pasci le mie pecorelle» significhino altrettanto, quanto se