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132 l'istoria del concilio tridentino


patrone. Li fu risposto lodando la pietá e prudenza di quel duca e rallegrandosi della venuta dell’ambasciatore. Continuando le congregazioni, le dissensioni crescevano, e molti dimandavano che fosse proposto il decreto della residenza formato dalli due cardinali. Li legati, vedendo tanti dispareri, dopo longhe consulte tra loro e consegli presi con li prelati amorevoli, deliberarono che non fosse tempo di far decisione alcuna, ma necessario interponervi tanta dilazione che li umori da se medesmi deponessero tanto fervore, o vero si trovasse qualche ispediente per accordar le differenzie con prolongar il tempo della sessione: e per farlo d’accordo, andarono tutti a casa di Lorena per conferirli il loro pensiero e dimandarli conseglio e aiuto. Egli si dolse con loro delle conventicule, e che con modi cosí illeciti si pretendesse dar al papa quello che non li veniva, e togliere alli vescovi quello che da Cristo era stato dato loro; mostrò che li dispiacesse il differire la sessione tanto tempo; nondimeno, per compiacere, se ne contentava; ma ben li pregò, poiché questo era a fine di moderar gli animi, a far uffici efficaci che l’inquieti e ambiziosi fossero raffrenati.

Nella congregazione delli 3 febbraro propose il Cardinal di Mantoa che, essendo prossimo il principio quadragesimale, dovendo poi succedere li giorni santi e le feste di Pasca, si differisse la sessione sino dopo quella, e in quel mentre si trattasse nelle congregazioni la riforma pertinente all’ordine sacro e la materia del sacramento del matrimonio. La proposta ebbe gran contradizione. Li francesi e spagnoli quasi tutti fecero instanza che si deliberasse una breve prorogazione e fosse difinita la materia dell’ordine insieme con la sua riforma, prima che trattare del matrimonio; alla qual opinione aderivano anco alquanti italiani. Aggionsero anco alcuni che la sessione si facesse con le cose decise; e in particolare si stabilisse il decreto della residenza formato dalli cardinali; e da alcuni fu accennato che era grand’indignitá del concilio l’aver prolongato tante volte di termine in termine, e che si mostrava di voler violentar li padri con la stanchezza ad acconsentire alle opinioni che non sentivano in conscienzia: