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130 l'istoria del concilio tridentino


discordia essere che dal secretario non erano scritti fedelmente li voti, onde la parte che era maggiore pareva negli atti la minore, e non si poteva aver per risoluto quello che era di parer comune; e però era necessario aggiongerne un altro, sí che due scrivessero. Li imperiali diedero il conseglio loro quasi l’istesso che i francesi, facendo maggior instanza per un aggionto al secretario. Li altri ambasciatori stettero sopra termini generali, consigliando la continuazione del concilio e la unione degli animi.

In questo stato di cose arrivò in Trento il 29 gennaio il Vintimiglia, riespedito dal pontefice, il quale fece relazione della sua credenza alli legati, e poi col parer loro si diede a levar doi opinioni sparse per il concilio: l’una, che il pontefice fosse in stato di poter poco vivere; l’altra, che desiderasse la dissoluzione del concilio. Testificò il desiderio di Sua Santitá d’intender che, deposte le contenzioni, s’attendesse al servizio di Dio e a metter presto fine al concilio. Egli portò bolle de uffici e benefici conferiti dal pontefice a propinqui d’alcuni prelati, e un referendariato al secretario dell’ambasciator portoghese, e una pensione assai grossa al figlio del secretario spagnolo, e ad altri varie promesse secondo le pretensioni. Fece per nome del pontefice col Cardinal di Lorena gran complementi, mostrando che in lui solo aveva la confidenza di un presto e buon fine del concilio.

Nacque opportuna occasione di reassumere le congregazioni, la venuta del vescovo d’Aosta, ambasciator del duca di Savoia. Nella quale disegnando, dopo averlo ricevuto, renovar la proposizione dei canoni, mandarono il vescovo di Sinigaglia al Cardinal di Lorena per pregarlo di trovar qualche maniera come li francesi potessero ricever sodisfazione. Gli demostrò il vescovo che quel termine di «reggere la Chiesa universale» era usato da molti concili: che quell’altro di «esser assonti in parte della sollecitudine» era usato da san Bernardo, scrittore tanto lodato da Sua Signoria illustrissima. A che rispose il cardinale che tutto il mondo era spettatore delle azioni del concilio; che si sapevano le opinioni e voti di ciascuno; che