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libro settimo - capitolo vii |
dell’avvocato fiscale, ordinando le sportule che dovessero avere.
Ma tanto fu lontano che per queste provvisioni cessassero le
consuete estorsioni, che anzi dalle transgressioni di questi novi
ordini s’imparò a violar anco li vecchi che erano in qualche uso.
Li cortegiani romani, reputando che li cattolici in Francia avessero avuto intiera vittoria e che li protestanti fossero affatto annichilati, erano allegri, credendo che, essendosi ottenuto con le armi quello che si aspettava dal concilio quanto alla Francia, (non dovendo aver piú risguardo alla Germania che gli aveva protestato contra), cessassero totalmente le cause di far concilio, e si potesse suspenderlo o differirlo, e liberar loro dal travaglio, che ogni settimana sentivano a crescere per le novitá che da Trento avvenivano. Il pontefice non vi fece gran capitale sopra; perché, ben avvisato che le forze de’ cattolici non erano accresciute né quelle de’ ugonotti diminuite, e che quella giornata darebbe occasione ad ambe le parti di trattar di pace, che non poteva esser senza pregiudicio suo e senza dar materia in Trento di maggior novitá, restava con maggior timore e molestia che prima. Con questo stato di cose finí l’anno 1562, avendosi in Trento tenuta congregazione il di 30 del mese, dove fu deliberato di prolongar a statuir il giorno della
sessione per altri quindici giorni.
Sarpi, Istoria del Concilio Tridentino - iii | 8 |