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CAPITOLO VII

(10-31 dicembre 1562).

[Si propone in congregazione il decreto della residenza: incerta opinione del Lorena. — I capitoli di riforma dell’ordine, formulati dai legati per la futura sessione, non sodisfano i francesi, e tanto meno gli imperiali.— Nuove dispute sulla residenza: i francesi si dichiarano pel diritto divino. — Nel sostenere la propria opinione, tutti ostentano di preoccuparsi solo di avvantaggiare l’autoritá pontificia. — Pio IV comunica ai legati la formula dei canoni sull’istituzione dei vescovi e sulla residenza, da sottoporsi al concilio. — I legati, a mezzo del Visconti, lo informano delle difficoltá che prevedono. — Missione bavarese a Roma per ottenere l’uso del calice. — Vicende della guerra religiosa in Francia: battaglia di Dreux. — Cerimonie a Trento per la vittoria dei cattolici. — Bolla di riforma, particolarmente della sacra romana rota.]

Ma nel concilio, finito di dir li voti sopra la materia dell’instituzione tanto ventilata, non si fece alcuna resoluzione, aspettando li legati che da Roma venisse. Ma diedero fuora il capo della residenza, participato prima col Cardinal di Lorena; il qual era, come s’è di sopra detto, senza la dechiarazione se fosse de iure divino o no, ma con premi e pene. E Lorena, dicendo prima di tutti il voto, vi aggionse che era necessario conceder alli vescovi il poter assolvere dai casi riservati In cœna Domini, il che protestava di non dire per diminuire l’autoritá di Sua Santitá, ma perché avendo visto in Francia che nessun trasgressor di quella si curava andar o mandar a Roma per l’assoluzione, gli pareva peggio, e per le anime dei populi e per la dignitá della sede apostolica, il lasciarli in quelle censure. Aggionse anco che non gli pareva bene astringer li vescovi alla residenzia, in maniera che non