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libro settimo - capitolo vi


che per la devozione che il populo dei regni loro portava all’autoritá pontificia, e per l’animo del re e del suo conseglio aborrenti dalle novitá, se questo si fosse fatto alla dretta e all’aperta, ne sarebbe nato scandolo, e non s’averebbe potuto effettuare; e che il pontefice facilmente averebbe potuto interponer tante difficoltá appresso li principi, che non s’averebbe manco potuto venirne alla dechiarazione; ma che convenisse, secondo l’uso di quella nazione, pigliar la mira lontana, e col dechiarare che la giurisdizione dei vescovi e la residenzia era da Cristo e de iure divino, metter in reputazione quell’ordine appresso il populo, impedir le violenze che la corte romana potesse usare contra le persone loro, e cosí darli comodo che in progresso potessero riformar le Chiese con servizio di Dio e con tranquillitá dei populi, restituendo la libertá occupata da’ romani.

Ma li francesi, il natural de’ quali è proceder all’aperta e con impeto, avevano queste arti per vane. Dicevano che non averebbono mancato a Roma rimedi per renderle inutili, e che per venir al fine avevano bisogno di tanto tempo, che non si poteva aver nessuna buona speranza; ma che il vero modo era senza nessun’arte alla dritta e all’aperta urtar gli abusi pur troppo chiari e manifesti; e che non era maggior la difficoltá in ottener questo, che era il fine principale, di quello che fosse l’ottener il pretesto, che ottenuto sarebbe stato un niente. Ma in un altro particolare ancora non erano meno differenti li loro consegli. Convenivano tutti in giudicare necessario che l’esecuzione dei decreti conciliari fosse si ferma e stabile che non si potesse alterare; vi era nondimeno qualche differenzia tra essi francesi e spagnoli nel fermar il modo come li decreti di quel concilio non potessero esser né derogati né alterati dal pontefice, con pretesti di dispense, non obstantibus e altre tal clausule romane. E per ciò disegnavano li francesi che si definisse la superioritá del concilio al papa, o vero si statuisse che li decreti del concilio non possino esser dal pontefice né derogati né dispensati, che sarebbe stato un intiero rimedio. Gli spagnoli l’avevano per punto diffícile da