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libro terzo - capitolo iii 61


cose di novo nella dieta, e facendo espedir li mandati autentici delle terre e delli principi, obligandosi Sua Maestá e tutta la dieta insieme all’esecuzione dei decreti del concilio, acciò la fatica, spesa e opera non riesca vana e derisa, e anco per levar con questo ogni speranza a chi pensasse dar disturbo. Che in terzo luoco consideri Sua Maestá esser necessaria una dechiarazione che li decreti giá fatti in Trento in materia di fede, e quelli delli altri concili passati, non possino esser in alcun modo revocati in dubbio, né li protestanti sopra quelli possino dimandar d’esser uditi. Considerasse in fine all’imperatore che il pontefice confidava e teniva per certa la buona volontá di Sua Maestá verso lui esser reciproca, e sí come egli prontamente condescendeva a favorir le cose di Sua Maestá e del suo Imperio con metter il concilio in luoco tanto a suo proposito, cosí ella desidera che la sinceritá e lealtá di lui non abbiano a riportarli carico. Ma se alcuno tentasse altramente o con cavillazioni o con calunnie, Sua Maestá non averá da maravigliarsi se egli userá li remedi che occorreranno per defension dell’autoritá data da Dio immediatamente a lui e alla sede apostolica, cosí in concilio, come fuori.

Stimò il pontefice utile per le cose sue che la risoluzione presa fosse intieramente saputa in Italia e in Germania, e fece che Giulio Cannano suo secretario, mostrando di favorir alcuni cortegiani suoi amici, comunicasse loro, con obbligo di secreto, l’instruzioni sopraddette, col qual modo furono sparse per tutto. Di Francia ebbe il papa dal novo noncio presta risposta, perché quel re, sapendo le cause che il pontefice aveva di fidarsi poco dell’imperatore per le cose passate, e stimando che grande fosse l’inclinazione sua alla parte francese, fece gran dimostrazione di aggradire il nuncio e l’ufficio, offerí al pontefice tutti li suoi favori, e promesse l’assistenza al concilio e la missione delli prelati del suo regno, con promessa d’ogni favor e protezione per mantenimento dell’autoritá pontificia.

L’imperatore, udita l’esposizione del sipontino, e deliberato maturamente sopra di quella, rispose lodando l’ingenuitá e prudenza del pontefice che, conoscendo la pubblica