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58 l'istoria del concilio di trento


altre, averebbe dissipato ogni conseglio: il che da alcuni creduto per simplicitá, da altri per interesse, e da alcuni detto solo per non saper che altro dire, non pareva che bastasse.

Ma il Cardinal Crescenzio, fatto prima gran fondamento sopra questa confidenza, aggionse non esservi alcun negozio umano dove non convenga correr qualche pericolo; la guerra dimostrarlo, che è l’apice delle umane azioni, quale mai s’intraprende, sia pur con quanta sicurezza della vittoria si vuole, che non resti pericolo di una perdita e destruzione totale; né alcun negozio s’intraprende con tanta certezza di buon esito, che non possi, per cause incognite o stimate leggieri, precipitare in grand’inconvenienti. Ma chi è necessitato, per evitar altri mali, a condescender a qualche deliberazione, non debbe averci risguardo. Le cose esser in un stato che, se il concilio non si fa, vi è maggior pericolo che il mondo e li principi scandaliggiati s’alienino dal pontefice e facciano piú de facto, che nel concilio con dispute e con decreti. Il pericolo si ha da correre in ogni modo; meglio è pigliar il partito piú onorevole e meno pericoloso. Ma esservi ben anco diverse provvisioni per divertirlo: prima con tener li padri in concilio occupati quanto piú sará possibile in altre materie ed esercitargli, sí che non abbiano tempo di pensare a questa; tenersi amorevoli molti, e li italiani massime, con gli uffici, con le speranze e con li modi altre volte usati; tener anco contrappesati li principi, nutrendo qualche differenze d’interessi tra loro, acciocché non possino facilmente trattar un’impresa tal in comune, e trattandola uno, l’altro abbia interesse d’opporsegli; e altri rimedi occorrono sul fatto all’uomo prudente, con quali porta inanzi li negozi e li fa svanire. Fu approvato da tutti questo parere, e risoluto che non si dovesse mostrar d’aver questo timore; solo accennar all’imperatore che si prevede, ma insieme mostrarli che non si dubita, ma si ha preparato il rimedio.

Maturata questa consultazione, e risoluto di rimetter il

concilio in Trento, il papa ne diede conto al cardinale di Ferrara e all’ambasciator francese; e spedí anco corriero espresso