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516 l'istoria del concilio tridentino


Capitolo III (7-20 aprile 1562) |||
 p. 352

[In congregazione si esaminano i primi quattro articoli di riforma. — Si riaccende lunga e vivace la disputa sulla residenza de iure divino. — Esame degli articoli sulle ordinazioni a titolo di patrimonio, sulle ordinazioni e collazioni di benefici verso compenso, sulle prebende e distribuzioni dei redditi nelle chiese cattedrali o collegiate. — Tentativi per fissare il decreto ostacolati dalla questione del de iure divino: disparere fra gli stessi legati. — Si rimette alla congregazione generale se devasi o no procedere alla dichiarazione. La votazione tumultuosa ed incerta minaccia una grave crisi del concilio.]

Capitolo IV (21 aprile-14 maggio 1562). |||
 p. 370

[I legati sottopongono le sorte difficoltá al papa per averne istruzioni. Lagnanze degli spagnoli per la poca indipendenza del concilio. — Ricevimento degli ambasciatori di Venezia. — Le congregazioni esaminano gli altri articoli sulla divisione delle parrocchie, sulla fusione dei piccoli benefici curati, sui coadiutori da darsi ai curati ignoranti o viziosi, sulla soprintendenza vescovile ai benefici dati in commenda, sugli abusi dei questuanti. — Arrivo degl’ inviati del duca di Baviera: questione di precedenza sui veneziani. — Pio IV biasima il contegno degli spagnoli in concilio, difendendo la condotta dei legati di fronte alle rimostranze di Filippo II e del Vargas. — Vivo malcontento della curia romana verso i legati, accusati di non saper difendere la supremazia pontificia dalle pretese dei vescovi. — Sospetti sui fini della politica spagnola. — Come Pio IV giudicasse la situazione. — Comunica ai cardinali la risposta da inviarsi a Trento. — Invio di altri prelati italiani al concilio. — Sua politica di accostamento alla Francia. — Riforma della penitenzieria. — Congregazione generale preparatoria della sessione: decisione di soprassedere circa le questioni della residenza e dei matrimoni clandestini. Risorge il litigio fra spagnoli e imperiali sulla « continuazione ». — Sessione decimanona: si proroga la pubblicazione dei decreti ad altra sessione, fissandola al 4 giugno.]

Capitolo V (16 maggio-6 giugno 1562). |||
 p. 386

[Partenza del marchese di Pescara e arrivo degli ambasciatori francesi. — Il papa e la curia sono scontenti del Gonzaga, soprattutto per la mancata dichiarazione della « continuazione », mentre i padri si lagnano dell’eccessiva ingerenza di Roma nel concilio. — L’imperatore minaccia di richiamare i suoi ambasciatori, ove il concilio dichiari la continuazione. — Ricevimento dei francesi: ardito discorso del Pibrac. — Essi chiedono ai legati nuova indizione del concilio e riesame dei decreti approvati. — I partigiani della residenza ne chiedono la decisione, ed i francesi e gli imperiali che si sospenda la trattazione dogmatica e si discuta di riforma, in attesa della venuta dei protestanti. — Si abbandonano poi tali richieste, per timore d’una