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484 | l'istoria del concilio di trento |
diente conceder l’uso del calice, rimetteva al sommo pontefice
a chi e con che condizioni concederlo. Dalli legati gli fu mostrato che molti della parte remissiva erano di quella opinione,
per non esser certi se fosse ispediente, li quali tutti sarebbono
stati contrari al decreto; e che non si poteva spontare questo
passo di far dichiarar la concessione per ispediente; anzi anco
tenendo questo, era bene lasciar con l’interposizione d’una
settimana intepidir tanto fervore. Il Cinquechiese s’acquetò;
e fu proposto, differito il capo del calice, attendere a stabilir
il decreto del sacrificio, per insinuarsi con quello ad introdur
proposta della comunione. S’attraversò varmiense, il qual, persuaso dalli gesuiti Lainez, Salmerone e Torres, proponeva
un’altra forma di decreto del sacrificio in materia dell’oblazione di Cristo nella cena; e fu cosa difficile farlo desistere.
Finalmente, dopo l’esser stati quasi fuori di speranza d’esser
in ordine per far la sessione al tempo destinato, nella congregazione delli 7 fu stabilito il decreto del sacrificio, essendo
stato ricevuto dalla maggior parte, se ben Granata fece ogni
opera per interporre impedimenti e allongamenti.
Dopo questo furono dati dieci articoli per riformazione degli abusi occorrenti nella messa, e altri undici in diverse materie di riforme; li quali furono a studio eletti di cose facili e non soggetti a contradizione, e favorevoli all’autoritá episcopale, acciò non intervenisse qualche retardamento per l’opposizione di alcuno: e questo era molto ben noto agli ambasciatori e prelati, che se ne dolevano ancora. Sopra questi s’incominciò a parlar il dí 9 settembre, e in brevi parole li prelati si spedirono, parlando sino quaranta per congregazione. Non vi fu di singolare opposizione alcuna; ma ben il Filadelfia disse la Germania esser in espettazione che nel concilio si trattasse di cose gravi e d’importanza: nominò diverse, e fra le altre la creazione de’ cardinali e la pluralitá de’ benefici. Gioanni Suares, vescovo di Conimbria, disse che non lodava il trascurar le cose minime, ma ben parer a lui che la dignitá della sinodo ricerchi che sia seguito qualche ordine speciale, e che si vedi per qual causa siano proposti piú questi che altri particolari: che la riforma doverebbe incominciar dal