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482 l'istoria del concilio di trento


pretar in sinistro e attribuirgli che era trascorso, portato dall’affetto, per non essergli state spedite le bolle del suo vescovato gratuitamente, come pretendeva.

L’ultima congregazione sopra questa materia fu il 5 settembre; e fra gli altri che in quella parlarono, disse Riccardo da Vercelli, abate prevalense in Genova, canonico regolare, sostentando la parte negativa, che nel concilio basiliense quella materia fu disputata per piú giorni, restando ancora la disputa raccolta per fra’ Giovanni di Ragusi procurator dei dominicani; e finalmente fu definita, e negato alli boemi assolutamente il calice: onde non si può oggi venir ad altra deliberazione senza far apparir al mondo che allora la Chiesa fallasse in un concilio generale. Dal vescovo d’Imola, per medicar il proprio eccesso, fu ripreso di dar autoritá a quel concilio scismatico; e notato di grand’ardire che, essendo tante volte stati ripresi quelli che semplicemente allegarono il basiliense, egli allora non solo l’adducesse, ma gli dasse anco autoritá di concilio generale. Replicò il padre che sempre s’era maravegliato, e allora maggiormente, di chi parlava cosí di quel concilio, atteso che nella prossima passata sessione li quattro capi decretati nella materia del calice erano di peso pigliati da quel concilio; non saper in che modo si possi maggiormente approvare un decreto quanto rinnovarlo, non tanto nel senso, ma nelle parole ancora. E con questo riscaldatosi, passò a dire che, atteso il decreto di quel concilio, la petizione del calice sapeva eresia e peccato mortale. Di che levatosi sussurro, e volendo egli seguir piú oltre, il Cardinal di Mantova lo fece tacere; ed egli, fermato, chiese perdono; e dette alcune altre poche parole, finí. Per non parlar piú di questo padre, aggiongerò qui che egli era in nota per essersi scoperto che il dí 16 agosto fosse stato per tempo alla casa degli ambasciatori francesi a dimandar se li loro vescovi sarebbono venuti, e ad esortare che si sollecitassero a venir presto: e alle congregazioni che si fecero sopra il sacrificio pose in dubbio se l’autoritá del pontefice fosse superior al concilio, soggiongendo che quando si fosse venuto a trattar di questo, egli averebbe detto il voto suo liberamente. Le qual cose poste tutte insieme, e dalli