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472 l'istoria del concilio di trento


di Germania, scriver loro che si radunassero con li loro metropolitani ed esaminassero bene la materia, e secondo la loro conscienzia sopra ciò scrivessero alla sinodo. Conchiuse che, non potendosi far tante cose in breve spazio, giudicava che si dovesse soprassedere e differir la deliberazione in altro tempo. Giovan Battista Castagna arcivescovo di Rossano, dissuadendo assolutamente la concessione, passò a discorrer contra chi la richiedeva e chi favoriva la richiesta, tassandoli per non buoni cattolici; perché se tali fossero, non ricercherebbono cosa indebita con scandolo degli altri: e disse apertamente che la richiesta mirava ad introdur l’eresia. E usò tal parole, che ognuno intese che inferiva sopra Massimiliano re di Boemia.

Disse l’arcivescovo di Braga o ver Braganza esser informato che in Germania erano quattro specie d’uomini: veri cattolici, ostinati e aperti eretici, eretici dissimulati e infermi nella fede. Che li primi non dimandavano la concessione, anzi erano contrari; li secondi non se ne curavano; li terzi n’erano desiderosi per poter star coperti nella loro eresia, perché in tutte le altre cose potevano fingere, ma questa sola li scopriva: però non era da conceder loro, per non dar fomento alli loro errori. Ma li deboli in fede non erano tali se non per cattiva opinione della potestá ecclesiastica, massime del sommo pontefice; e non dimandavano il calice per divozione, la qual non si vede se non in persone di santa vita, dove essi sono immersi nelle vanitá e piaceri del mondo; che mal volentieri anco si confessano e si comunicano una volta all’anno; il che non mostra tanto fervor di devozione che per quella ricerchino di comunicarsi con ambe le specie. Concluse che si dovesse imitar la diligenza dei padri di Basilea, che si eleggessero quattro o sei prelati del corpo del concilio, che come legati della sinodo, accompagnati da teologi atti a predicare, visitassero le provincie nominate dalla Maestá cesarea, e dove trovassero uomini penitenti che avessero voglia del calice per devozione o per esser abituali in quel rito, e che del resto volessero ritornar alla Chiesa, li conciliassero e glielo concedessero.